E se il diverso facesse così paura perché così diverso non è?
Dell'utilità del viaggio per incontrare sé nell'altro; della mia passione per i cimiteri; di abitanti strani di St. Moritz ed eclissi solari
Andare per trovare altro, andare per trovare qualcosa di diverso. Diverso, prima di tutto, da sé.
Viaggiamo sempre per scoprire qualcosa in più: non tanto degli altri, ma di noi stessi. Almeno questo è quello che mi hanno insegnato le persone con cui ho avuto la fortuna di viaggiare, fin da bambina. Specchiarsi negli altri e vedersi, con tutte le nostre bellezze, con tutte le nostre imperfezioni.

Il diverso fa paura se rifiuti di specchiartici. Ma se la tua paura più grande fossi tu? Quell’ombra che tutti abbiamo ma che spesso non sai cosa contenga. Tutte quelle emozioni che non sai dire, raccontare e a volte nemmeno provare. Quando ti specchi in qualcun altro scopri cose di te che non conoscevi, scopri di essere diverso da come ti sei sempre visto, da come ti hanno sempre descritto, da come ti sei sempre presentato. E una volta che hai fatto questa scoperta, ci devi fare i conti.
Perché a volte ti pensi migliore di quello che sei (e a volte non vedi la tua bellezza!).
Mi viene in mente il film The Farewell. Una bugia buona, in cui una ragazza americana di origini cinesi si scontra con la cultura del Paese dei genitori di fronte alla malattia della nonna. La famiglia decide che la nonna non deve sapere che sta per morire e lei, che vive a NY, dice che una cosa così non sarebbe possibile negli Stati Uniti. È lo zio allora a spiegarle: “Tu pensi che la vita ci appartenga. Ma è questa la differenza fra Oriente e Occidente. In Oriente la vita di una persona è parte di un tutto. La famiglia, un Paese, una società”. E questo vuol dire anche portare il peso delle sofferenze degli altri per lasciarli vivere leggeri.

Scrivo queste righe dopo aver lasciato lavorare dentro di me le parole di Umberto Galimberti che ho ascoltato un paio di settimane fa, al TTG Day. Diceva, alla fine di un intenso intervento sull’essere umano (che potete ascoltare qui sotto) che oggi bisognerebbe affrontare un viaggio con lo spirito del viandante, colui che va per trovare altro, per trovare il diverso da sé.
Di preziose diversità
Quando viaggio mi piace - se capita, non sono fissata - visitare i cimiteri. Il culto dei morti dice così tanto di una cultura, di una popolazione. Mi piacciono i camposanti anglosassoni, per esempio, con piccole lapidi tutte uguali su prati verdi, senza sfarzi. Dei nostri cimiteri mi piacciono le foto che fermano il tempo nell’attimo scelto da noi, rimasti su questa Terra.
Ma uno dei cimiteri più belli che io abbia mai visto è in Kirghizistan: lì le tombe sono dei recinti di ferro che circondano pezzi di terra. Sembrano delle enormi gabbie che non contengono apparentemente niente. Alcune hanno qualche decorazione, altre delle porte su uno dei lati. Sono gabbie aperte e chiuse allo stesso tempo, per proteggere le anime, lasciandole anche libere di muoversi: che potenza. Quello in Kirghizistan è stato uno dei viaggi più emozionanti della mia vita e qui sotto trovate una mia cartolina di allora.
Pensando al viaggio come incontro con il diverso mi viene in mente Singapore, un Paese a cui penso raramente, per la verità, ma ricordo molto bene la storia di una pittrice, Georgette Chen.
Nata a fine Ottocento in Cina da una famiglia “with meat” (con i soldi), Georgette potè viaggiare per studiare arte.
Visse a Shanghai, Parigi e New York; conobbe Eugene Chen, un diplomatico cinese di cui si innamorò perdutamente e lo sposò; durante la guerra tra Cina e Giappone i due vennero arrestati. La prigionia fu fatale per Eugene e lei rimase sola, senza figli e disperata. Si trasferì a Singapore nel 1953 e lì contribuì alla nascita della Nyangart, in cinese “paradiso tropicale”, un movimento artistico e poi anche una scuola di fine arts, ancora esistente, formata da artisti di origini cinesi che, viaggiando, mescolarono stili artistici di Indonesia, Malesia e Cina.
Oggi purtroppo, va detto, Singapore è uno dei Paesi con la maggiore disuguaglianza tra classi sociali.
Le news più interessanti che ho letto
Iniziamo con una notizia che potrebbe aprire un dibattito, pubblicata sul The NY Times: la terza stagione di White Lotus verrà girata in Thailandia. E ok, niente di che, direte voi, figuratevi io che non ho mai visto un episodio… Se non fosse che il governo thailandese e HBO hanno stretto un accordo. In pratica HBO non dovrà pagare niente a Bangkok per effettuare le riprese. In cambio di cosa? Visibilità. Siamo davanti a un nuovo tipo di product placement. Voi cosa ne pensate? A me fa paura, sapendo quanto i turisti possano essere esseri infestanti.
C’entra poco con i viaggi, ma qui si va a sentimento. Ho scoperto il fenomeno dell’inosculazione, una sorta di innesto tra piante, ma del tutto naturale. Due alberi entrano in contatto e i loro tessuti si connettono, consentendo lo scambio di sostanze nutritive e acqua, anche se non è chiaro se i due alberi si scambino materiale genetico. Che meraviglia!
A Saint-Moritz, mentre aristocratici e miliardari si contendono camere d'albergo da 10.000 euro a notte, in pieno centro spicca una casa di cemento di cinque piani fatiscente, il cui valore è stimato intorno ai 34 milioni di dollari. Ci vive l'89enne Adolf Haeberli, come racconta Elena Clavarino su Air Mail (bisogna iscriversi alla newsletter del sito per poter leggere l’articolo: ne vale la pena, ve lo assicuro), che è questo uomo qui sotto e che appende fuori dalle finestre di casa sua cartelli con scritte contro l’amministrazione della città.
L’8 aprile Delta Air Lines ha in programma un volo speciale per permettere di vedere la prossima eclissi solare totale. Se già è uno spettacolo meraviglioso dalla Terra, figuriamoci quanto lo possa essere dal cielo. Il volo - racconta Afar Media - partirà da Austin, Texas, e arriverà a Detroit, Michigan.
Lo dicono tutti: dall’India arriveranno i grandi flussi turistici. L'aumento della popolazione mondiale appartenente alla classe media continua a crescere: un miliardo di persone negli ultimi 10 anni, di cui la metà vive in India. Il CEO di Accor ha previsto che la domanda di hotel in tutto il mondo aumenterà a un ritmo elevato: passando da una media tra il 3% e il 5% all'anno nell'ultimo decennio a una tra il 4% e il 6% nel prossimo. E i viaggiatori indiani, che lo scorso anno sono stati 35mila, diventeranno 150 milioni presto. Gli operatori si devono preparare (a quella diversità di cui si parlava all’inizio, non solo ai numeri).
Infine, consiglio il documentario Wild Life: Una storia d’amore: il film, dei registi premio Oscar, Chai Vasarhelyi e Jimmy Chinche, che racconta il progetto visionario di Doug e Kristine Tompkins. Lo trovate su Disney+, lui è stato il fondatore di North Face ed Esprit e la moglie una delle fondatrici di Patagonia. Hanno protetto per anni migliaia di ettari di terra in Cile e Argentina per poi fare la donazione terriera più grande della storia del Sud America. Una vita straordinaria.
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